"I temi e le proposte politiche avanzate sono frutto di una scelta, di un tentativo di pensare la congiuntura singolare da un punto di vista di parte, appunto, situato. E la parte è quella di un lavoro sempre più socializzato e cooperativo, cognitivo e nello stesso tempo precario, che vuole imporre la libertà di produrre contro la sfruttamento, la vita e le istituzioni comuni contro le recinzioni e la rappresentanza.
(Prologo "La lunghezza dell'onda" F. Raparelli)

venerdì 15 gennaio 2010

Rimini - Quello che è accaduto a Rosarno non può lasciarci in silenzio | Global Project


Rimini - Quello che è accaduto a Rosarno non può lasciarci in silenzio | Global Project

Quello che è accaduto a Rosarno, non la giusta insorgenza dei migranti, ma quello che l’ha provocata non è un fatto straordinario ma ordinario. Si tratta della schiavitù alla quale sono rilegati anche nella nostra città e Regione tantissimi cittadini migranti di ogni origine e provenienza, sfruttati dentro il caporalato nell’agricoltura, nell’edilizia, nell’economia Turistico/alberghiera.

Noi non siamo solidali con i migranti, giustamente insorti a Rosarno, solo perché antirazzisti, ma anche perché siamo contro la schiavitù, contro gli stessi soprusi, vessazioni e prepotenze di chi chiede lavoro e reddito, cosciente di aver bisogno di soldi nel più breve tempo possibile per poter sopravvivere.

Quante persone ancora dovranno essere sprangate, quante ancora malmenate, quante ancora essere uccise e poi gettate in qualche fosso lungo la strada? Quanto ancora si dovrà sopportare?

Quello che è accaduto a Rosarno non può lasciarci in silenzio di fronte a chi sostiene che è l’immigrazione clandestina, che porta con sé i fenomeni legati allo sfruttamento da parte della criminalità organizzata. È la criminalità organizzata che deve ringraziare la normativa italiana sull’immigrazione e il pacchetto sicurezza che producono la cosiddetta “clandestinità forzata”, proprio quella clandestinità funzionale alla creazione di manodopera a basso costo, ricattabile, invisibile, rilegata nel luoghi più degradati, per immetterla nel mercato del lavoro nero.

In Calabria questo potere si chiama 'ndrangheta, in Campania Camorra, in Puglia Nuova Sacra Corona Unita, ed in Emilia Romagna vi è una prassi para-schiavistica ancora senza nome ma ben identificabile dentro alcuni settori delle svariate economie: edilizia, turismo, agricoltura…..

Contro tutto ciò ribellarsi è giusto e rivendicare dignità è un diritto, a Rosarno come a Rimini.

È per queste ragioni che dopo la manifestazione del 26 settembre 2009, Riminesi globali contro il razzismo e lo sfruttamento, lancia un momento pubblico e comune, un continuum che non ha il segnale dell’arresa ma della rabbia e dell’indignazione.

Presidio pubblico Sabato 16 gennaio 2010 ore 16.00

davanti alla Prefettura (via IV novembre)

°°Riminesi globali contro il razzismo e lo sfruttamento°°

Riminesi globali contro il razzismo

mercoledì 13 gennaio 2010

Circolare ministeriale: dal 2010 attivo il limite al 30% di alunni migranti per classe

Come studentesse e studenti del collettivo Black Sheep vogliamo esprimere la nostra più piena solidarietà ai fratelli e alle sorelle migranti di Rosarno, a coloro che fino ad ora hanno represso e soffocato quel sentimento di ingiustizia e sofferenza, per avere 20 euro in tasca a fine giornata, lo stesso sentimento che ora si è mostrato nel coraggio e nella dignità di ribellarsi.

Siamo gli stessi che un anno fa scendevano nelle strade e nelle piazze della nostra città per difendere la scuola e l’università pubbliche dall’attacco inflitto dai ddl 133 e 137 proposti dalla ministra Gelmini.

Siamo gli stessi che in quell’occasione hanno rispedito al mittente il tentativo di creare “classi ponte”, di alimentare cioè il clima di razzismo e di ghettizzare anziché favorire l’incontro di culture e differenze.

A distanza di un anno la ministra dell’istruzione Maria Stella Gelmini ha nuovamente attaccato il diritto ad un’istruzione accessibile a tutt*, emanando una circolare intitolata "Indicazioni e raccomandazioni per l' integrazione di alunni con cittadinanza non italiana", che fissa il limite al 30% di alunni migranti per classe.

Un provvedimento che mette in evidenza come gli scopi non siano assolutamente pedagogici ma rispondano semplicemente ad una precisa volontà di ignorare il fatto che le diversità possano costituire una ricchezza fondamentale per la cultura, tentando di indicare le differenze come una minaccia da limitare, emarginare e guardare con sospetto fin dai banchi di scuola.

Noi al contrario pensiamo che qualsiasi forma di confronto tra soggettività che vengono da mondi e culture diversi, che hanno alle spalle vissuti differenti sia un’enorme possibilità di arricchimento, che l’incontrarsi e l’intrecciarsi di culture differenti altro non possa essere se non sinonimo di crescita.

Nella giornata di sabato 16 gennaio parteciperemo pertanto al presidio pubblico promosso da Riminesi globali contro il razzismo ed invitiamo tutte le soggettività che un anno fa hanno dato vita al movimento dell’Onda Anomala nella città di Rimini, opponendosi al disfacimento dell’istruzione pubblica, tutti coloro che credono che l’incontro di culture differenti vada visto come un arricchimento, una possibilità di confronto e di crescita a parteciparvi.


Collettivo universitario BlacK SheeP @Rimini