"I temi e le proposte politiche avanzate sono frutto di una scelta, di un tentativo di pensare la congiuntura singolare da un punto di vista di parte, appunto, situato. E la parte è quella di un lavoro sempre più socializzato e cooperativo, cognitivo e nello stesso tempo precario, che vuole imporre la libertà di produrre contro la sfruttamento, la vita e le istituzioni comuni contro le recinzioni e la rappresentanza.
(Prologo "La lunghezza dell'onda" F. Raparelli)

venerdì 31 luglio 2009

"Onda teppista": le motivazioni del tribunale del riesame.


da Infoaut.org

Torino - 30.07.2009. Bocciato ancora il teroema Sparagna. L'Onda "colleziona" appellativi, dopo il "guerrigliero" appiccicato da Brunetta, il "paramilitare" affibbiato da Caselli, ora il tribunale del riesame di Torino si prodiga per allungare la lista: "teppista". Tanta attenzione ed enfatizzazione che, dal punto di vista del movimento, è non intellegibile nella sola povertà e teatralità dell'etichettatura, ma piuttosto nella capacità dell'Onda di raccogliere i risultati di un percorso importante iniziato lo scorso ottobre, nella giustezza politica dell'indirizzo preso (verso un caldo autunno 2009!), che ha avuto una sua centrale tappa nella costruzione dell'opposizione al G8 University Summit di Torino, nella giornata dell'"Onda perfetta" del 19 maggio scorso.

Ieri il tribunale del riesame di Torino ha depositato le attese motivazioni per le scarcerazioni ottenute per i 21 studenti e studentesse dell'Onda Anomala in seguito al "compimento" dell'operazione Rewind. I magistrati Pier Giorgio Balestretti, Daniela Rispoli e Massimo Scarabello hanno quindi snocciolato in 9 pagine i perchè delle attenuazioni delle misure di controllo nei confronti degli arrestati di Torino, Padova, Napoli e Bologna.


Onda teppista "I 18 dell'Onda, teppisti con metodi da guerriglia" così titola, a caratteri cubitali, la pagina della cronaca cittadina de La Stampa. Molto spazio la notizia la trova anche in tutti gli altri quotidiani locali, un festival dei titolisti. La maschera del teppismo, in un'operazione Rewind costruita nella cifra della sua mediaticità, per compattare i cocci e per preservare la presentabilità di un teorema Sparagna fracassatosi contro la realtà.

Infatti, tolta la velina del teppismo giustificatorio degli arresti, quel che segue è tutta un'evidenziazione delle falle giuridiche e della natura edilizia di Rewind: "Non si può non tener conto dello stato di incensuratezza di quasi tutti i pervenuti, dell'assenza di precedenti carcerazioni, della relativa giovane età, e del periodo di detenzione seppur breve sofferto che ha indubbiamente contribuito a far prendere loro coscienza dell'estrema gravità delle loro condotte e consapevolezza delle conseguenze penali. Deve essere condivisa la conclusione del gip sulla sussistenza per tutti i ricorrenti del pericolo di reiterazione di reati della medesima specie". Molto di quello che l'Onda ha denunciato, per le strade in piazza nei rettorati, in 2 settimane di mobilitazione contro gli arresti è stato ripreso dai giudici, arresti inaccettabili ancor più nella misura in cui sono stati propinati. Il resto, prevenzione e deterrenza, anche nella contraddizione espressa (il carcere li avrebbe ricondotti su una via salvifica ma permane il pericolo di reiterazione!), trova il tempo che trova, magari lo spazio, ora che son tutti fuori dal carcere, per una risata. Non hanno niente in mano sul piano penale e fattuale, e continuano a cercare di spacciare per reati gravi le accuse di resistenza e lesioni!


"Chiaccere e distintivo" Ma il nodo che è assolutamente più centrale e interessante da cogliere è tutto politico, anzi, sta nella politicità che è stata innervata dalla magistratura all'operazione Rewind. Un attacco repressivo contro l'Onda che, come fatto il 19 maggio in piazza a Torino, si è difesa, ha contrattaccato e fatto crollare il teorema Sparagna, ordito da "sua maestà democrazia e antimafia" procurator Caselli. Il tribunale del riesame infatti scrive che non vuole farsi condizionare da "suggestioni indirettamente o direttamente di tipo ideologico", che non tocca a lui "valutare gli scopi della manifestazione e della natura dei movimenti protagonisti", osservando che "le generalizzazioni sono in ogni caso controproducenti, in qualunque direzione interpretativa ci si voglia muovere".

Un boccone amaro da mandare giù dal pm Sparagna, anche la magistratura ha smontato la sua costruzione teorematica, accorgendosi della valenza politica che è stata data ai 21 arresti dell'Onda. Povero Sparagna, peggio di così! Il suo teorema crollato, gli studenti tutti liberati dal carcere e, oggi, la tirata di orecchie da parte del tribunale del riesame! L'Onda aveva ragione, i discorsi sincopati e preveggenti del pm erano deliri! Infine, non poco spazio l'han trovato, nella ciclica doverosità di lisciamento pelo del corpo armato dello Stato, i vezzi e le moine dei giudici verso le forze dell'ordine in piazza il 19 maggio, dove si è dato un conflitto "scevro da peggiori conseguenze essenzialmente grazie all'estrema professionalità dimostrata dal personale di polizia e alla sua condotta esemplare". Usando poi, forse, la stessa categoria interpretativa anche per la piazza, sostenendo che la cronaca di Radio BlackOut avrebbe, per i manifestanti, "indubbiamente alimentato una visione enfatizzata delle proprie azioni, stimolandole". Indigenza umana di un ceppo giudiziario e poliziesco incapace di soppesare e comprendere i livelli su cui si danno i movimenti sociali (cosa che ci turba ben poco!), fiondati nella mania di protagonismo e auto-promozione che li vede comunemente eccitati nella prospettiva di sfondare porte all'alba con pistola e distintivo, per poi presentarsi sorridenti in conferenza stampa, magari con un caselliano apprendista stregone di turno affianco.


L'Onda ha vinto anche questa battaglia, distrutto il teorema Sparagna, liberati i compagni e le compagne dalle galere, ora si prepara alla mobilitazione che viene; è ben poca roba (sopratutto per i guardiani dell'ordine, s'intende) un'estate con 2 compagni ai domiciliari, 3 con l'obbligo di dimora e 14 con l'obbligo di firma: l'Onda preferisce surfare d'autunno, you are loser.

Blitz dei precari della cultura - Tutti a Venezia!


da globalproject.info

Questa mattina alla conferenza stampa nazionale a Roma della 66° Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica c'è stato un fuori programma. Prima che il Presidente della Biennale Paolo Baratta e il Direttore del Settore Cinema Marco Müller riuscissero a prendere parola sono saliti sulpalco gli attivisti di Global Beach, la spiaggia occupata (la prima edizione fu nel 2004) dagli attivisti dei centri sociali al lido di Venezia, a pochi passi dalla Mostra del Cinema.

Malgrado gli svariati tentativi di cacciarli, prende la parola Gaia: "Nel tempo della crisi e dell’attacco governativo a cultura, spettacolo, ricerca e formazione, di cui il previsto taglio al FUS è solo l’ultimo pesantissimo esempio, noi abbiamo deciso di mettere a disposizione lo spazio di Global Beach a tutte le componenti dello spettacolo che sistanno mobilitando in queste settimane, ai precari della cultura e della formazione, agli studenti per costruire insieme una nuova soggettività capace di creare mobilitazione e progettualità e che sappia appropriarsi del grande palcoscenico della Mostra del Cinema.

In un clima generale, caratterizzato dal continuo disinvestimento pubblico nella cultura, Venezia rappresenta un modello singolare, ma non meno problematico poiché, prima di tutto, la città non è affatto immune dai tagli governativi: lo stesso bilancio della Fondazione Biennale subirà nel 2009 una decurtazione di tre milioni di euro nei trasferimenti dallo Statoe la stessa stagione lirica e sinfonica del Teatro La Fenice è messa seriamente in discussione." Continua Gaia: "Pensiamo inoltre alla dismissione reale in corso dell’università e della ricerca. Singolare poiché la cultura (arti visive, cinema, teatro, architettura, design e la formazione superiore legata a queste discipline) è giustamente compresa, non quale accessorio, ma quale dispositivo di produzione di ricchezza. Questi tagli vanno ad aggravare un sistema che, a dispetto dei milioni e milioni di euro messi in circolo, si basava già su di una precarizzazione selvaggia del lavoro vivo culturale. Concludo invitando nuovamente tutti a Global Beach dal 1 al 13 di settembre."

Questo intervento ha guadagnando gli applausi e la piena condivisione datutte le persone presenti in sala, attive in queste settimane contro i tagli al fondo unico per lo spettacolo.

L'invito dunque è per Global Beach dal 1° al 13 settembre, spiaggia occupata al Lido di Venezia.

Per contributi, adesioni e quant’altro: globalbeach09@gmail.com

giovedì 30 luglio 2009

Rimini: Nasce e si diffonde SOS, un numero di telefono per segnalare gli abusi della polizia in spiaggia e non solo

Nasce Sos un servizio di supporto telefonico per raccogliere testimonianze di abusi in spiaggia sui vendioti ambulanti da parte delle forze dell'ordine, ma anche episodi di razzismo e xenofobia.


Sos abusi delle forze dell'ordine in spiaggia

Segnalaci se hai subito aggressioni,se sei stato picchiato o se hai visto comportamenti inopportuni delle forze dell'ordine in spiaggia contro i venditori ambulanti.

Chiama il numero 320 1126686.

Raccoglieremo testimonianze, daremo consulenza e supporto legale.

Sos abus par la police sur la plage

Dire si vous avez été attaqué, si vous avez été battus, ou si vous avez vu le comportement inapproprié des agents sur la plage contre les vendeurs ambulants.

Appelez le numéro 320 1126686.

Va rassembler des preuves, de donner des conseils et de soutien juridiquet.

Sos abuses by police on the beach

Tell if you were attacked, if you were beaten, or if you saw inappropriate behaviours of police against market mendors on the beach.

Call the number 320 1126686.

We collect testimonies, we give advice and legal support.


More info: Paz_Project

iononhopaura.rimini@gmail.com

Rimini - Chiama SOS al 320 1126686.


Uno Strumento di promozione della convivenza sociale, contro gli abusi delle forze dell'ordine in spiaggia e il razzismo istituzionale

La bagarre ha raggiunto il suo apice, è ormai agosto e che dire, ogni copione si ripete sempre uguale, ogni anno però con qualcosa in più. L’anno scorso fu proprio il sindacalista della Fiom, Giorgio Cremaschi, ad invocare il boicottaggio delle spiagge riminesi a causa dello modalità “poco ortodosse” di contrastare la vendita ambulante senza licenza. Quest’anno invece è l’assessore alla sicurezza, Roberto Bigini, che in linea con le politiche nazionali incarnate nel famigerato pacchetto sicurezza, si scaglia contro i soliti capri espiatori, i venditori ambulanti ma - ecco la novità dell’estate 2009 - anche con una folta schiera di turisti che si indignano di fronte ai modi “poco ortodossi” di intervento in spiaggia delle forze dell’ordine.

Scriviamo modi “poco ortodossi”, perché se parliamo di abusi delle forze dell’ordine ed in particolare dei vigili urbani (che noi consideriamo tali) automaticamente facciamo parte della schiera dei “fuori di testa”, del mondo alla rovescia, di chi vuole tollerare qualche forma di illegalità…

Invece ci sentiamo parte di chi chiede a più voce legalità e sicurezza. Perché? Perché crediamo si debba declinare la sicurezza nei termini di sicurezza sociale, ovvero come possibilità di avere quelle risorse sociali, economiche e culturali che ci mettono al riparo dai tanti rischi dell’esistenza, soprattutto nell’epoca della crisi. Rischi che non sono legati tanto alla criminalità, o alla vendita ambulante senza licenza, ma alla malattia, alla disoccupazione, allo sfruttamento, alla precarietà, all’impossibilità di avere una casa ecc.

La sicurezza, di cui parla Bigini, ma anche l’acredine contro “la falsa beneficenza” che impiega quando parla rivolgendosi ai turisti che reagiscono alle maniere “poco ortodosse” (abusi per i fuori di testa) delle forze dell’ordine in spiaggia, si sostengono e giustificano grazie a quello che è successo fino ad ora: la produzione di politiche che non sono più politiche sociali, ma sono politiche di sterilizzazione del territorio, di militarizzazione dello stesso dentro un quadro di paura generalizzata che si scaglia contro chi non ha nulla e che, proprio nel non avere nulla (reddito, cittadinanza, status giuridico, documenti ecc), è il bersaglio delle paure generalizzate.

Le misure repressive, le retate in spiaggia da cosa ci dovrebbero proteggere? Dalla crisi economica? Dallo sfruttamento nel lavoro stagionale che riguarda anche tanti riminesi? Dagli incidenti e dalle morti bianche nei luoghi di lavoro? Da qualche malattia??? Dalla precarietà forse?

No, le retate in spiaggia, come tante altre misure repressive servono solo ad alimentare il nostro senso di sfiducia generale nel cambiamento, nel futuro, servono per avere qualcuno con cui prendersela se c’è crisi nel commercio, se non si arriva alla fine del mese.

Con questa sicurezza non solo siamo tutti meno insicuri, ma siamo anche tutti meno liberi e meno inclusi nella società. Per questo nasce SOS.

SOS nasce come tentativo di promuovere convivenza e sicurezza sociale, nasce per intercettare le forme di abuso che si esercitano nella violenza sui corpi, nelle ingiustizie perpetuate nel nome del rispetto delle leggi e delle regole che valgono per pochi ma non per tutti.

Sos nasce per accogliere le sensibilità che ancora ci sono nelle nostre città e che si esprimono attraverso gesti di ribellione all’ordine e al controllo sociale costruiti sulla paura.

Sos nasce per non lasciare soli quei turisti che non fanno finta di vedere cosa succede accanto al loro sdraio e che hanno il coraggio di esprimere un pensiero nuovo. Boicottare il pensiero nuovo, quello di chi vuole costruire società includenti, di chi vuole respingere il razzismo istituzionale, significa proporre di boicottare vie di fuga alla crisi, boicottare la possibilità di nuovi scenari sociali.

SOS vuole parlare un linguaggio nuovo, non importa chi sia a rispondere a questo numero di telefono, importa che SOS voglia dare voce alla nuova cittadinanza, accoglierla, sostenerla, così come è stato per la guida informativa per i venditori ambulanti senza licenza pubblicata tre anni fa.

Strumenti di promozione della convivenza sociale, contro gli abusi, lo sfruttamento e il razzismo istituzionale.

_Paz Project_

iononhopaura.rimini@gmail.com


da globalproject.info

lunedì 20 luglio 2009

L'Università di Bologna ordina lo sgombero e il sequestro di Bartleby


Bologna - 20 luglio 2009. Questa mattina un ingente schieramento di reparto mobile e digos ha sgomberato e posto sotto sequestro lo stabile di via Capo di Lucca 30. La magistratura ha nuovamente sequestrato Bartleby per ordine e per conto dell'Università .
Il 20 luglio la Prorettrice Monari e il Rettore Calzolari hanno pensato bene di usare ancora una volta la Procura della Repubblica per rispondere ai bisogni e alle richieste di centinaia di studenti e studentesse. Non ne possiamo più di chi utilizza ancora una volta simili comportamenti!
Ci siamo sempre pubblicamente impegnati affinché i lavori della rete Lepida venissero portati a termine...e così è stato. Lo stabile di via Capo di Lucca 30 non è né inagibile né al centro di progetti di riqualificazione. Diciamo questo con la certezza della verità, anche se l'Università e la Prorettrice Monari in primis, hanno sempre fatto di tutto per impedirci di accedere agli atti riguardo lo stabile, fra l'altro alludendo a delle motivazioni tutte formali e molto poco plausibili.

Siamo al paradosso... l'Università di Bologna decide ancora una volta di sequestrare uno dei pochissimi immobili di sua proprietà presenti in centro pur di non concederne l'utilizzo alle centinaia di studenti e studentesse che, in questi mesi, lo hanno attraversato e reso vivo.
Il sequestro di oggi ci parla di una governance universitaria sempre più in crisi...questa è la sola verità. Una crisi in primis di legittimità: stiamo parlando di Calzolari, Monari, Depolo… di una squadra di governo che negli ultimi mesi ha messo in fila una serie di menzogne e di viltà.Una dirigenza politica ormai allo sbando che prima propone un aumento delle tasse ( scaricandolo sulle fasce deboli degli studenti), poi ritira questa assurdità ed infine, a metà luglio, approva definitivamente un aumento delle tasse in tempi di crisi economica. Al contempo rifiuta in ogni occasione il confronto con gli studenti, preferendo la via giudiziaria all’ assunzione delle proprie responsabilità politiche. Non ultimo il tentativo di rispondere a Bartleby provando a sospendere dall’Università 4 studenti per mezzo di sanzioni disciplinari. Fortuna vuole che il tempo a loro disposizione stia per scadere e che per questa squadra di “ stalinisti di serie Z ” non ci sia futuro.


Abbiamo occupato per due volte, abbiamo rotto i sigilli, abbiamo impedito che Bartleby venisse murato!
Chi è costretto ad agire in sordina il 20 luglio ha solo una tremenda paura… Paura fondata, lo sanno infatti che saremo l’ Onda che li travolgerà.


SEE YOU SOON!
Bartleby

Comunicato tratto da UNIRIOT.ORG

sabato 18 luglio 2009

ONDA LIBERA TUTTI!


Tutt* fuori! Finalmente liber*!
E’ di qualche ora fa la notizia della liberazione dei 21 studenti arrestati la mattina del 6 luglio in seguito alle disposizioni del procuratore Caselli. Seppur con qualche restrizione ancora, due studenti torinesi agli arresti domiciliari, tutti gli altri con l’obbligo di firma o di dimora, oggi possiamo festeggiare la libertà finalmente ottenuta.

Due settimane, quelle trascorse, piene di rabbia, determinazione e indignazione che hanno sancito un’importante vittoria da parte dell’Onda e dimostrato quanto la forza e la potenza dell’Onda siano ancora così lontane dall’esaurirsi.
In questi giorni di caldo torrido e in un periodo dell’anno che vede le facoltà quasi deserte la risposta del movimento non si è fatta indebolire dalle temperature, né attendere: immediate e numerose sono state infatti le occupazioni di rettorati e facoltà, così come i cortei notturni, i presidi, i blocchi selvaggi del traffico e una raccolta di firme, tra docenti (nazionali e internazionali) ed intellettuali, senza pari.

E dopo due settimane crolla anche l’impianto accusatorio del procuratore Caselli, che voleva dividere il compatto e determinato corteo che il 19 maggio ha attraversato le vie della città di Torino in buoni e cattivi e assegnare così ad una parte ristretta tutte le responsabilità.
Crolla un impianto accusatorio basato sul nulla, su prove inconsistenti e, se non fosse per la gravità e non si stesse parlando della libertà di 21 persone, che fanno sorridere.
Un’inchiesta eseguita alla vigilia dei lavori del G8 all’Aquila ma che in realtà era stata firmata già il 20 giugno, prova ulteriore questa di tutto quel subdolo teorema costruito dal procuratore e dai suoi asserviti.
Dietro quello scudo c’eravamo tutt* quant* così come ci saremo in un numero ancora maggiore il prossimo autunno!!

BLACK SHEEP – Onda Anomala riminese



Per ripercorrere i vari passi dell’operazione REWIND --> Info, editoriali e news sull'operazione poliziesca contro il movimento dell'Onda

lunedì 13 luglio 2009

Nasce POINT BREAK - Studentato occupato da Crew in Onda

Lo studentato occupato da Crew in Onda Roma - Oggi pomeriggio un centinaio di studenti della Sapienza del progetto CREW in Onda ha occupato un palazzo abbandonato da quasi dieci anni per farne uno spazio abitativo per studenti: nasce lo Studentato Occupato Point Break, in via Fortebraccio 30 nel quartiere Pigneto; occupazione che ha luogo in un quartiere abitato da studenti e migranti costretti a pagare 300 o 400 euro per una piccola stanza, attraversata dai flussi serali giovanili e da diverse esperienza culturali e sociali. Oggi lanciamo la campagna "50 euro possono bastare", e dunque diciamo subito che è solo l'inizio e che noi non siamo disposti a pagare di più per una stanza! Ottima la risposta del quartiere, la gente della via applaude l'iniziativa, gli studenti stanno volantinando in tutto il quartiere spiegando le ragioni dell'azione. E' stata convocata per venerdi 10 luglio ore 18 un'assemblea pubblica presso la nuova occupazione.


::POiNT Break :: alcune immagini

Bologna - Corteo metropolitano blocca la città! Liberi Tutti Subito!

10/07/09: Stasera le strade della città di Bologna sono state inondate dal partecipato corteo metropolitano organizzato dall’Onda Anomala bolognese per reclamare a gran voce la liberazione dei 21 studenti arrestati il 6 Luglio scorso all’interno della vergognosa inchiesta “Rewind” che porta la firma del ben già noto procuratore Caselli.

Il corteo è partito intorno alle ore 20:00 da Piazza Verdi, cuore della zona universitaria, liberata ancora una volta dalla militarizzazione di stampo Pd. Una piazza riempita da corpi liberi di manifestare e da desideri di dissenso contro questo governo razzista e reazionario, contro un’opposizione complice, inquietantemente silenziosa e giustizialista, contro una governance universitaria baronale e meritocratica, che basa il suo potere su logiche medioevali di intimidazione e criminalizzazione del dissenso, rendendo l’università un dispositivo di controllo e un luogo chiuso alla libera espressione e confronto.

Stasera il corteo metropolitano composto da circa un migliaio di studenti, precari, cittadini, movimenti sociali ha lasciato piazza Verdi al grido di “Liberi Tutti, Liberi Subito”.

Abbiamo attraversato la zona universitaria, diretti verso via Indipendenza e via Rizzoli, rompendo ancora una volta il divieto di manifestare per il centro di Bologna.

Il corteo si è aperto con uno striscione che recitava “Dietro quello scudo c’eravamo tutti-e”, per riaffermare con forza la volontà collettiva di bloccare quel G8 University Summit, di violare la zona rossa. Né buoni, né cattivi: a quel G8 c’eravamo tutte e tutti. C’era l’Onda, un corpo unico composto da una moltitudine decisa a forzare quei blocchi. Ci siamo auto-difesi, auto-tutelati contro il solito violento attacco delle forze dell’ordine, e questo non può essere un crimine.

Ed è per questo che stasera nel corteo bolognese abbiamo rivendicato l’uso dei caschi durante le manifestazioni, per proteggere le nostre teste, che altrimenti verrebbero spaccate da quei manganelli che sanno così bene usare gli uomini in divisa. Branditi dai manifestanti anche degli estintori, questa volta finti, di cartone.

Sotto le Due Torri il corteo si è fermato a lungo, paralizzando l’intero traffico cittadino. Sotto la Torre degli Asinelli, abbiamo voluto lasciare un segno: i nomi degli studenti arrestati a Bologna, per esprimerli la nostra totale solidarietà e complicità e per comunicare all’intera città la nostra determinazione nel voler fuori dalle carceri italiane tutti i 21 arrestati ingiustamente. Il voler comunicare tutto ciò attraverso una bomboletta spray e un muro diventa importante quando il neo-sindaco Delbono inaugura la sua amministrazione con un’ordinanza anti-graffiti, che ha già visto i suoi primi effetti la sera scorsa, quando due studenti dell’Onda bolognese sono stati fermati e denunciati dalla Digos perché sorpresi a esprimere su un muro il proprio dissenso contro gli arresti e il procuratore Caselli.

Il corteo infine ha ripreso via Zamboni, tornando così in Piazza Verdi.

Noi non ci fermeremo finchè tutte e tutti non saranno liberi, non saranno a manifestare accanto a noi.

Maroni, Caselli e i suoi amici hanno tentato di fermarci, di bloccare la nostra lotta contro un’università pubblica in rovina, contro un sistema socio-economico fallimentare e anacronistico, contro la crisi che loro hanno creato e che noi non pagheremo. Ma noi stiamo continuando a bloccare le città e lo faremo anche quest’autunno.

L’Onda non si Arresta!


Liberi Tutti Subito!



La guerra preventiva all'università

Una analisi "a caldo" sulla giornata di arresti di studenti in diverse città italiane
di Francesco Raparelli

6 / 7 / 2009

L’operazione di polizia su vasta scala che ha portato ieri all’arresto di 21 persone, con oltre un mese di ritardo rispetto ai fatti, appare chiaramente e clamorosamente sproporzionata rispetto agli episodi contestati. Si tratta, in tutta evidenza, di un’operazione che guarda al futuro e non al passato, preventiva rispetto alle prossime mobilitazioni per il G8 e oltre. C’è un bersaglio preciso: è l’Onda, è il movimento degli studenti.

E’ tuttavia opportuno segnalare prima di tutto che l’ operazione riprende alla lettera quella criminalizzazione mediatica che era stata subìta dal movimento il giorno dopo i fatti di Torino. Negli articoli di quei giorni, si affermava che una parte dell’Onda aveva “preso in ostaggio” la parte pacifista della medesima Onda. Le parole pronunciate ieri da Giancarlo Caselli rivelano che questo quadro menzognero, a suo tempo propinato da Repubblica e dal Corriere, è stato ora trasformato in dispositivo giuridico.

E’ inoltre a dir poco singolare, non foss’altro che per il richiamo inevitabile a fasi storiche che speravamo concluse, che sia stato proprio Caselli a gestire la conferenza stampa sugli arresti di ieri. Difficile evitare la sensazione che a lanciare questa offensiva contro i movimenti sia una parte della magistratura certo non alleata del governo. Ed è altrettanto difficile non chiedersi se, dopo la grande operazione scandalistica sul terreno delle notti berlusconiane, la magistratura non abbia deciso ora di muoversi anche sul terreno dei movimenti, come a definire un quadro di doppia instabili, dall’altro sul fronte del governo, e dal basso su quello dell’insubordinazione sociale.

Va da sé che chi decide di agire contro gli studenti in luglio, quando le università sono spopolate, mira a mettere una pesante ipoteca sulla ripresa dei movimenti universitari dopo l’estate. Siamo di fronte a una spinta generale, che non vede protagonista solo il governo, nell’affermazione di un blocco delle istanze di movimento, in vista di un autunno che potrebbe rivelarsi molto caldo. Si allargherà la disoccupazione, finiranno le casse integrazione, arriveranno i veri tagli all’università, chiuderanno i corsi di facoltà e le borse per i dottorati di ricerca. In questo clima di rabbia e tensione latente, l’esigenza di segnare per tempo un’ indicazione fortemente intimidatoria nei confronti del movimento mette d’accordo il governo e chi si candida a promuovere una prospettiva di unità nazionale nella gestione della crisi.

La prima reazione, davanti a questo attacco, deve essere una grande operazione di verità , per dire forte e chiaro che a Torino c’eravamo tutti, che non c’era parte buona e una cattiva del movimento, ma solo studenti che, in migliaia, si sono difesi dalle cariche in una città militarizzata a protezione di un G8 illegittimo, che pretendeva di definire le trasformazioni dell’università. Affermare la presenza comune e di massa dell’intero in tutta quella giornata significa respingere al mittente la non disinteressata bugia di chi vorrebbe dividere il movimento tra buoni e cattivi.

La seconda reazione immediata necessaria è una sfida rivolta a tutto paese democratico, che metta al centro la necessità di garantire margini e spazi di libertà per chi confligge, anche in maniera radicale, contro la crisi. Oggi è l’Onda, domani potrebbero essere gli operai di Termini Imerese. Per questo la battaglia per studenti dell’Onda riguarda tutti e non solo quegli studenti o i militanti che hanno partecipato al loro fianco alla mobilitazione del 19 maggio.

mercoledì 8 luglio 2009

L'Onda non si arresta! Liber* tutt* subito!

Dopo le prime azioni di solidarietà svolte nel primo pomeriggio di lunedì in università, concretizzate nell’apposizione di striscioni e in azioni comunicative ed informative, ieri sera la città ha mostrato nuovamente la sua solidarietà ai 21 studenti arrestati all’alba del 6 luglio, scegliendo la forma del presidio.

Un presidio attraversato da numerose persone che in questo periodo si riversano sul porto canale della città adriatica. Numerosi gli interventi realizzati dalle studentesse e dagli studenti del collettivo Black Sheep e dagli/lle attivist* del Lab. Paz. Interventi che hanno sottolineato ancora una volta l’inaccettabilità e l’estrema gravità dell’inchiesta Rewind partita dal procuratore di Torino Caselli che si è preso la libertà di 21 persone sulla base di accuse ridicole ed inconsistenti. Il movimento dell’Onda è un unico grande movimento, in cui non ci sono buoni e cattivi: la decisione di sfondare la zona rossa nella mobilitazione nazionale del 19 maggio contro l’illegittimo G8 dell’università è stata una decisione condivisa prima e condivisa poi in un’assemblea nazionale in cui tutti gli studenti dell’Onda sono intervenuti, assumendo quelle pratiche, assumendo tutto quello che era stato fatto in quella giornata e nelle giornate precedenti. Un’assunzione che si sta tutt’ora attuando con le numerose occupazioni dei rettorati, con i presidi, con i cortei spontanei che stanno attraversando le nostre città.

Un’operazione doppiamente inaccettabile a sentire le motivazioni della Procura di Torino: “ Non abbiamo un granché a livello di prove ma i soggetti arrestati preventivamente avrebbero potuto partecipare alle mobilitazioni del G8 all’Aquila”. Troppi gli avverbi ipotetici così come i condizionali. Ancora una volta, come già successo anche a Rimini con la consegna degli avvisi orali a tre attivisti del Laboratorio Paz, si sceglie di limitare le libertà personali e si impongono sanzioni prima che sia stata accertata la responsabilità davanti ad un giudice, si sceglie di procedere prima che si sia commesso un reato.


Richiediamo l’immediata liberazione di Marco, Anton e di tutti gli altri compagni arrestati!


L’Onda non si arresta!


Liberi tutti, liberi subito!

Presidio pubblico Non abbiamo paura! Liber* tutt*, liber* subito!

Martedi 7 luglio ore 21.00

Piazzale Boscovich

Presidio pubblico Non abbiamo paura! Liberi tutti, liberi subito!

All'alba di questa mattina, nell'ambito di un'inchiesta coordinata dalla Procura di Torino, la polizia ha effettuato decine di perquisizioni nella case di studenti e attivisti in tutta Italia. L'operazione della Digos ha eseguito 21 misure cautelari per le mobilitazioni studentesche del 19 maggio scorso a Torino in occasione del vertice del G8 University. Due gli arresti a Padova, quattro a Bologna, 12 a Torino di cui 5 ai domiciliari, 1 ai danni di un attivista napoletano avvenuto al termine della fiaccolata che si è svolta ieri notte a tre mesi dal terremoto. Blindati e polizia hanno inoltre fatto irruzione al centro sociale Asktasuna di Torino e al Festival di Radio Sherwood a Padova. Si sono presi la libertà di ventuno persone sulla base di accuse ridicole e inconsistenti, soprattutto perché hanno utilizzato gli strumenti inquisitori più vecchi contro la cosa più nuova che sia successa in questo paese negli ultimi anni, contro la prima rivolta di massa di quel lavoro cognitivo che non pagherà mai la loro crisi, movimento che è destinato ad organizzare nella trasformazione radicale le libertà e le ricchezze comuni.

L’onda non si arresta. Liberi tutti, Libere tutte!


Black Sheep e Laboratorio Paz

lunedì 6 luglio 2009

Solidarietà agli arrestati. L'Onda non si arresta, LIBERI TUTT*, LIBERI SUBITO!


Questa mattina, all’alba, nell’ambito di un’inchiesta coordinata dalla Procura di Torino, la polizia ha effettuato 21 arresti e numerose perquisizioni ai danni di student* e attivist* in varie città di Italia, tra cui Torino, Bologna, Padova e Napoli.

Il quadro di riferimento è la manifestazione nazionale dell'Onda studentesca contro il G8 University Summit del 19 maggio a Torino.

Una giornata quella del 19 maggio che abbiamo definito perfetta, per la sua portata, per il protagonismo e la forza che l’Onda ha messo in campo in quel momento di lotta. Giornata, dall’altro canto, ampiamente criminalizzata dal punto di vista mediatico e politico. La stessa criminalizzazione, stamattina, è stata esercitata da parte della polizia. Un’operazione questa che si inserisce all’interno di un clima generale di normazione e controllo sui corpi, di falsa sicurezza e privazione della libertà. Un’operazione, inoltre, doppiamente grave, in quanto ha come collocazione temporale la vigilia dei lavori del G8: un segnale quello che ci giunge forte ed inequivocabile di attacco a tutti i movimenti, siano quelli nell’ambito del mondo della formazione e dell’università, siano quelli sociali.

Esprimiamo la massima e piena solidarietà a tutt* i/le compagn* vittime di questo sporco meccanismo.

Non ci avrete mai come volete voi: LIBER* TUTT*, LIBER* SUBITO!

Onda Anomala riminese

Collettivo universitario BlacK SheeP

ancora arresti a Padova e L'Aquila per il G8 Uiversity Summit

Operazione della Digos: giovane di Chiaiano fermato alla fiaccolata nel capoluogo abruzzeseEseguite 21 misure di custodia cautelare in diverse città per gli incidenti dello scorso maggio

da Repubblica

Torino, scontri G8 università - nuovi arresti a Padova e L'Aquila

ROMA - Nuovi arresti per gli incidenti avvenuti il 18 maggio scorso a Torino in occasione del G8 dell'Università. A Padova il leader del centro sociale Pedro, Max Gallob, è stato arrestato nella notte su ordinanza di custodia cautelare firmata dal giudice per le indagini preliminari di Torino. Sempre in relazione agli scontri del maggio scorso è stato arrestato anche uno dei leader del centro sociale Insurgencia di Napoli, Egidio Giordano, fermato nei pressi del centro sociale dell'Aquila dove si trovava per partecipare alla fiaccolata organizzata tre mesi dopo il terremoto. Giordano era stato già coinvolto nelle violente contestazioni all'apertura della discarica cittadina nel quartiere di Chiaiano. L'operazione della Digos di Torino, in coordinamento con la Direzione centrale della polizia di prevenzione, ha eseguito 21 misure di custodia cautelare. In particolare, 12 persone sono state arrestate a Torino, altre a Padova, Bologna e Napoli. Nelle scorse settimane erano già state arrestate due persone: Domenico Sisi, parente del sindacalista Vincenzo Sisi processato a Milano con l'accusa di far parte di un'organizzazione terroristica, e Alessandro Arrigoni, dipendente della prefettura di Milano. Entrambi avevano poi avuto l'obbligo di dimora. Tra i destinatari delle ordinanze di custodia cautelare figura anche un esponente dell'ala universitaria della disobbedienza padovana, attualmente in Iran, suo paese di origine. Secondo quanto si è appreso, un altro attivista dell'area del centro sociale Pedro è stato sottoposto a perquisizione domiciliare nell'ambito della stessa operazione.

L'Onda non si arresta! Primi appuntamenti nelle università e città

L'Onda non si arresta!

Meeting point - Primi appuntamenti nelle Università e città

6 / 7 / 2009

Roma - Università La Sapienza, ore 12 assemblea Facoltà di Scienze Politiche

Torino - ore 12, assemblea (probabilmente Palazzo Nuovo)

Bologna - appuntamento ore 12 in via Zamboni 38

Padova - Alle ore 12.30 è stata convocata una conferenza stampa a Padova all'interno del Palazzo del Bo, sede del rettorato dell'Università
Alle ore 17.00 Presidio attivo davanti alla Prefettura

Napoli - Alle ore 14.00 Università Orientale

L'operazione eseguita dalla Polizia su mandato della Procura di Torino

L'operazione eseguita dalla Polizia su mandato della Procura di Torino
Perquisizioni e mandati di arresto in tutta Italia


6 / 7 / 2009

ore 09.20 - aggiornamento sugli arresti e sulle perquisizioni
Il dispositivo proviene dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Torino. Su richiesta della procura dispone l'esecuzione di 16 ordini di custodia cautelare in carcere ed assegna agli altri 5 agli arresti domiciliari.
I reati contestati sono:
violenza nei confronti degli appartenenti alla forza pubblica, lesioni personali e resistenza aggravata a pubblico ufficiale.
Il quadro di riferimento è la manifestazione nazionale dell'Onda studentesca contestuale al G8 University Summit del 19 maggio a Torino.
Alle ore 12.30 è stata convocata una conferenza stampa a Padova all'interno del Palazzo del Bo, sede del rettorato dell'Università.
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Primi lanci di agenzie stampa:
la stampa
corriere.it
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Da questa mattina la Polizia sta eseguendo numerosissime perquisizioni ai danni di attivisti, alcuni dei quali sono stati tradotti in stato d'arresto (in carcere ed ai domiciliari).
L'inchiesta è coordinata dalla Procura di Torino ed afferisce alle dimostrazioni dell'Onda contro il G8 dell'Università.
La Polizia ha fatto irruzione al Festival di Radio Sherwood nella città di Padova ed al CS Askatasuna.
Ad ora sappiamo di due arresti a Padova, quattro a Bologna, 12 a Torino di cui 5 ai domiciliari, 1 ai danni di un napoletano avvenuto a L'Aquila durante l'iniziativa 3e32.
Fonti giornalistiche annunciano 21 arresti con imputazioni di resistenza, lesioni e danneggiamenti.
A tutt* i/le compagn* va la solidarietà della nostra redazione e l'invito di contattarci per condividere informazioni ed aggiornamenti.