"I temi e le proposte politiche avanzate sono frutto di una scelta, di un tentativo di pensare la congiuntura singolare da un punto di vista di parte, appunto, situato. E la parte è quella di un lavoro sempre più socializzato e cooperativo, cognitivo e nello stesso tempo precario, che vuole imporre la libertà di produrre contro la sfruttamento, la vita e le istituzioni comuni contro le recinzioni e la rappresentanza.
(Prologo "La lunghezza dell'onda" F. Raparelli)

venerdì 29 maggio 2009

La governance universitaria è una tigre di carta

Editoriale Uniriot sulla forza dell’Onda e la violenza della crisi di Gigi Roggero


Che i media non siano più semplicemente al servizio della politica ma facciano politica, è ormai una verità assodata. Ma che perciò debbano anche farsi rappresentanti della genuina essenza di chi si oppone allo stato di cose presenti, ovvero dei movimenti, questo è un elemento nuovo. Così, dal Corrierone nazional-aziendale alla Stampa, nota “busiarda”, nel grande spazio conquistato dalle mobilitazioni contro il G8 di Torino i giornalisti non si limitano ad evocare i triti spettri maroniani del terrorismo e dunque ad invocare la mano pesante contro gli studenti, in quella spirale di “fobia anti-giovani” descritta da Lucia Annunziata proprio sul quotidiano di casa Fiat: si fanno interpreti del vero significato dell’Onda, tradito dal corteo del 19 maggio. Si mostrano addirittura dispiaciuti nel dover chiamare Onda quella manifestazione. Arrivano perfino a dichiarare una qualche proprietà sul logo, tale per cui possono attribuire l’etichetta a chi ne proseguirebbe il vero spirito: quello della proposta e non della protesta, della sostenibilità e non dell’incompatibilità, della rappresentanza e non dell’autonomia. Poco conta se i “buoni” sono poche decine e i “cattivi” molte migliaia. Nelle forme della produzione contemporanea, si sa, non c’è più misura. E, soprattutto, non c’è nessun imbarazzo a parlare nel nome di un’Onda astratta e disincarnata, per poter controllare e reprimere quella reale. Già, perché questa è la grande vittoria della mobilitazione di Torino. Aver finalmente messo a tacere chi da mesi si affanna a parlare di riflusso e di fine di un ciclo, con l’unico obiettivo – nella classica veste della profezia che si autoavvera – di poter scongiurare il pericolo e catturarne il portato politico nei meccanismi della rappresentanza. Ma lungi dalla risacca, negli ultimi mesi l’Onda ha sedimentato i percorsi di autoformazione e costruito l’autoriforma, cifra paradigmatica di una nuova università. Sarebbe bastata un’occhiata all’età media estremamente bassa della composizione del corteo di Torino, con i molti studenti medi e dei primi anni di università arrivati da tutta Italia, per rendersi conto che autoriforma e conflitto non solo non sono alternative, ma sono una la condizione di possibilità dell’altro. Ma chi esaurisce gli argomenti, è spesso costretto alla menzogna. A cui si aggiunge l’imbarazzo, in alcuni media di sinistra, per un’Onda che non si fa ridurre al vuoto simulacro dei buoni sentimenti, per incarnarsi invece in un desiderio collettivo e in un processo di lotta. Che rifiuta il ruolo di vittima, e afferma l’autonomia nel decidere sul proprio presente e sul proprio futuro. Che, in migliaia, resiste alle cariche di polizia e carabinieri, e compattamente e gioiosamente torna all’università per continuare a praticarvi l’autoriforma. E perché non soffermarsi, ad esempio, sui tanti abitanti di Torino che hanno lanciato dai balconi acqua e limoni ai manifestanti per proteggersi dalla pioggia di lacrimogeni, e hanno aperto i portoni per offrire loro rifugio dalla brutalità vendicativa della polizia? Non si tratta di simpatia verso la “meglio gioventù”: è la percezione di una crisi che è solo all’inizio, della fine di ogni illusione di mobilità sociale ascendente, dell’intollerabilità dell’ulteriore attacco ai salari e ai redditi di lavoratori e precari per salvare imprenditori, baroni e banchieri. È il rifiuto della politica dei sacrifici. È la forza dell’Onda Anomala: farsi terreno comune di una composizione sociale che non vuole pagare la crisi. Ecco, è questo che spaventa governo e media di fronte a questo nuovo proletariato intellettuale: la capacità di parlare la lingua della parzialità e della generalizzazione. Ed è questo che spaventa l’opposizione, che pervicacemente persevera negli antichi errori che l’hanno portata nel coma vegetativo in cui oggi versa. Così, il Pd piemontese esprime la sua solidarietà alle forze dell’ordine, incurante del fatto che a guidarle fosse Spartaco Mortola, uno degli impuniti carnefici dell’irruzione alla scuola Diaz il 21 luglio 2001, promosso a questore vicario di Torino. Se l’opposizione vuole parlare di regime berlusconiano, abbia il coraggio di dire che la sua data di inizio non è la corruzione di Mills o la candidatura delle veline, ma il sangue di Genova. È quella la violenza da cui devono avere il coraggio di prendere le distanze, quella stessa violenza che Maroni e Pdl usano nei rimpatri dei migranti. La violenza di un sistema tanto più feroce quanto più è assediato in un castello medioevale. Se non troveranno questo coraggio, foss’anche quello della disperazione, dopo aver consegnato il governo del paese nelle mani della Lega e di Berlusconi sono destinati a sparire. E quelle file e file di caschi che gli studenti avevano?”, chiederà sicuramente un bravo giornalista. C’è una legge dello Stato che ne impone l’obbligo per salvarsi la vita, e fronteggiare le cariche selvagge e il gas CS delle truppe di Mortola è sicuramente più pericoloso di qualsiasi scooter. Ma con quei caschi le migliaia di studenti e precari a Torino hanno difeso qualcosa di ancora più importante: non la democrazia di cui si vorrebbe affidare ai giudici la restaurazione, ma la democrazia che l’Onda sta inventando e praticando. Quella che parla di nuovo welfare, di reddito, di riappropriazione della ricchezza sociale. Prendere le distanze dalla violenza, significa appoggiare la forza costituente dell’Onda. Tutto ciò prima che – almeno per loro – sia troppo tardi.

Gigi Roggero

giovedì 28 maggio 2009

Bologna – La Libertà negata

Mercoledì 27 maggio, durante un volantinaggio in via del Pratello che ha visto protagonisti una cinquantina di attivisti e attiviste del centro sociale TPO e di Bartleby spazio occupato si è verificato un fatto gravissimo. 21 persone sono state portate in questura per il riconoscimento dopo un iniziativa comunicativa che ha visto diverse persone distribuire volantini e flyer che promuovevano l’iniziativa Io non ho paura di martedì 2 giugno in piazza San Francesco, e attaccare con il nastro adesivo il documento La paura è tristezza in tutta la via.
Passando accanto alla nuova sede della Lega in Via Pietralata, che era perlatro chiusa, alcuni attivisti hanno attaccato alla vetrina delle grandi fotografie scattate dai reporter di Repubblica durante i respingimenti in Libia, con slogan contro le politiche razziste che la Lega Nord sta portando avanti in sede di Governo, spargendo del letame fuori dalla sede e colorando con della vernice rossa la vetrina.

Al termine dell’azione i manifestanti hanno proseguito il volantinaggio continuando su via del Pratello, dove dopo pochi metri sono arrivate diverse pattuglie della polizia che li hanno seguiti a vista.
Al sopraggiungere della digos su piazza San Francesco i manifestanti hanno inziato a spostarsi prima verso via San Felice e poi, all’arrivo dei reparti mobili si sono diretti verso Via Sant’Isaia, dove sono stati circondati dalle forze dell’ordine e tradotti tutti in Questura per il riconoscimento.

Ci chiediamo se a Bologna è consentito ancora manifestare dissenso con una semplice iniziativa comunicativa, di pomeriggio lungo una delle vie che storicamente rappresenta socialità e presa di parola.
In tempo di campagna elettorale evidentemente la libertà di espressione è sospesa e non è possibile neanche prendere parola contro le politiche securitarie della paura e del razzismo.

Ultimi aggiornamenti
Rilasciati tutti gli attivist* con l’accusa di manifestazione non autorizzata e danneggiamento. Per domani alle ore 15.30 è stata convocata la conferenza stampa.

venerdì 22 maggio 2009

Alessandro e Domenico LIBERI SUBITO!

In 10000 martedì 19 maggio abbiamo attraversato le vie della città di Torino, in 10000 siamo arrivati dal nord al sud d’Italia, dalla Spagna alla Grecia per protestare contro l’insostenibilità e l’illegittimità di questo G8 dell’università. Per gridare forte contro chi vuole arrogarsi il diritto di decidere sulle nostre vite, sul nostro futuro e non mostra neanche l’umiltà di chiedere un nostro pensiero a riguardo, di chiedere il parere di chi veramente, quotidianamente e perché no, faticosamente, vive l’università e le sue profonde contraddizioni.

Un’Onda perfetta, quella che ha inondato Torino, che durante il suo veloce percorso per arrivare alla fortezza del Valentino, luogo dove si sono rinchiusi e arroccati baroni e signori di questa università in crisi, non ha rinunciato a sanzionare banche e agenzie interinali, vere responsabili di una crisi che ci rifiutiamo di pagare.

Un’Onda che si è portata a casa sicuramente un’importante vittoria, fatta in primo luogo dalla determinazione, che ci ha contraddistinto dallo scorso autunno fino ad oggi, e che ci ha portato durante il corteo a non accettare i limiti imposti dalla zona rossa e a voler vedere dichiarato fallito questo G8 e dall’altro a voler creare una nuova università, un’università che non sia luogo di sfruttamento come la conosciamo ma luogo di produzione di saperi liberi, di reddito. Una vittoria dettata anche dal non volere delegare a nessuno, ancora una volta, il nostro futuro, a non volerci far rappresentare da nessuno, e in particolar modo nel momento della scelta.

Denunciamo l’uso spropositato e pesante di lacrimogeni lanciati ad altezza uomo contro noi studenti, la scelta di istituire una zona rossa, che tanto ricorda le giornate genovesi oltre alla presenza di Mortola, nel 2001 capo della Digos a Genova e oggi vice questore a Torino.

La stessa determinazione e la stessa rabbia che martedì ci hanno portato a non accettare limiti, zone rosse e divieti alla nostra libertà di movimento ci portano oggi a chiedere l’immediata scarcerazione di due compagni, Alessandro e Domenico, arrestati durante la grande giornata di lotta contro il G8 University Summit.


L’Onda non si arresta! L’Onda vi travolge!


Alessandro e Domenico LIBERI SUBITO!

L'Onda non si arresta! Confermati gli arresti per Alessandro e Domenico

(da infoaut.org) Aggiornamento ore 20. E' arrivata la notizia che l'Onda sperava di non ricevere: il gip ha deciso per la conferma degli arresti di Alessandro e Domenico, restano alle Vallette. Quindi è assolutamente confermato il presidio di domani sera fuori dal carcere, gli studenti e le studentesse dell'Onda torneranno alla cinta del penitenziario per portare la loro solidarietà agli arrestati e per continuare la battaglia per la loro scarcerazione.


Nel frattempo oggi pomeriggio l'Onda milanese ha fatto un'incursione al rettorato della Statale, tappezzando gli uffici del rettore Decleva per esigere la liberazione del loro compagno Alessandro e chiedendo al rettore dell'università frequentata da Alex, oltre che presidente della Crui promotrice del G8 University Summit, di prendere posizione.


Alessandro e Domenico liberi subito!



Nella straordinaria giornata dell'Onda del 19 maggio 2 compagni sono stati arrestati, Alessandro e Domenico. Alessandro, studente milanese della Statale ed esponente dei Circoli degli emigrati sardi, è stato tratto in arresto durante gli scontri di piazza in corso Marconi. Domenico, torinese, è stato invece fermato prima del corteo, l'accusa che gli viene rivolta è di detenzione di materiale esplosivo.


Questa mattina vi sono state le udienze per le convalida o meno degli arresti al carcere delle Vallette. Entro stasera, massimo domattina, vi sarà il pronunciamento del gip sui compagni detenuti alle Vallette. In parallelo, questa mattina vi è stato un primo momento di solidarietà con gli arrestati: gli studenti e le studentesse dell'Onda Anomala torinese e milanese hanno tenuto un presidio fuori dal carcere, con i familiari e con gli avvocati. Sono stati appesi 2 striscioni: "Alessandro e Domenico liberi subito!", "L'Onda non si arresta! Alessandro e Domenico liberi subito!".


Nell'eventualità che il gip non decidesse per la scarcerazione immediata di Alessandro e Domenico, l'Onda di Torino ha già indetto un nuovo presidio per domani sera alle 18 fuori dalle Vallette, per far arrivare la solidarietà ai compagni, per richiedere la loro l'immediata liberazione.


Ma la solidarietà e la presa di posizione dell'Onda non è ferma al territorio torinese: questa mattina negli atenei di tutt'Italia sono comparsi striscioni e scritte richiedenti l'immediata liberazione di Alessandro e Domenico. "L'Onda non si arresta! L'Onda vi travolge!"

mercoledì 20 maggio 2009

Torino 19 maggio - L'Onda perfetta. In 10.000 contro il G8

Comunicato dell'Onda Anomala contro il G8


L'Onda Perfetta è l'onda migliore, quella da cavalcare che vale una vita per tutti i surfisti. Quella espressasi questa mattina a Torino è stata l'Onda migliore possibile. Abbiamo dimostrato, a mesi di distanza dalla mobilitazione dell'autunno, dopo che in molti già ci davano per morti, di esserci e di essere.Oggi siamo scesi in piazza per una nuova grande mareggiata, invadendo le strade di una Torino blindata per proteggere Baroni e feudatari dell’università in crisi. Siamo giunti da tutta Italia (qualcuno anche da oltre confine) per esprimere tutta la nostra contrarietà a questo insostenibile G8 dell’università. Abbiamo respinto l'arroganza del G8 dei rettori, asserragliati al castello del Valentino, tentando di stanarli, provandoci, credendoci, con la determinazione e la partecipazione di chi sa che in ballo c'è il proprio futuro.

Abbiamo contestato l’illegittimità del G8 University Summit ribadendo che i rettori e la CRUI, che promuoveva il vertice, sono i rappresentanti (il)legittimi di una università che sopravvive tra le macerie. Noi siamo invece l’espressione concreta di una rappresentanza impossibile che non delega a nessuno istanze, vertenze, progetti.

10.000 studenti da tutta Italia in una marcia veloce, gioiosa ma incazzata, determinata e convinta, che in fretta e furia ha raggiunto la sede del summit, senza dimenticarsi di colpire i simboli della crisi (banche e agenzie del lavoro), per tentare di sfondare il muro di un esercito frapposto tra i propri bi-sogni e le autorità di un'università che di sostenibile non ha assolutamente nulla.

Oggi abbiamo fatto presente, ancora una volta, che la crisi noi non la pagheremo e che anzi utilizzeremo ogni occasione per rovesciarvela contro.

Sapendo che questo è solo un momento di passaggio, tra lo straordinario autunno che ci siamo lasciati alle spalle e quello a venire, denso di aspettative e nuovi spazi di azione dentro la crisi.
A fine corteo, un’assemblea pubblica, collettiva e condivisa cui hanno partecipato tutte le articolazioni locali dell’onda, ha deciso di assumersi nella totalità gli eventi e le pratiche messe in campo in questa giornata di conflittualità e riappropriazione di spazi e visibilità. L’assemblea ha inoltre espresso solidarietà ai due arrestati, richiedendone l’immediata liberazione. Non li lasceremo soli!

Ecco l’onda perfetta…

Onda Anomala_Italia
Block G8 Building, Torino (h 16)


per foto, audio, video e altro materiale di approfondimento rimandiamo a uniriot.org

lunedì 18 maggio 2009

CORTEO BLOCK G8. Torino, 19 Maggio

Comunicazione Importante - CORTEO NAZIONALE ANTICIPATO ALLA MATTINA - ore 10.30 da Palazzo Nuovo.

BLOCK G8, l'Onda torna ad invadere le strade contro l'illeggittimo G8 dell'Università!
Il cambiamento è dovuto al fatto che il programma del g8 University Summit appena uscito prevede la chiusura dei lavori con la conferenza stampa conclusiva alle ore 13.45 di martedì.

Il nuovo concentramento è previsto dunque per le ore 10.30 a Palazzo Nuovo, partenza intorno alle ore 11.

Per il pernottamento a Torino durante i giorni del summit l'Onda ha occupato Palazzina Aldo Moro come suo centro nevralgico e luogo dove coloro che verran da fuori potranno fermarsi la notte. Portate il sacco a pelo!


Ritrovo per tutt* alla Stazione FS di Rimini per le ore 21.30 di lunedì 18 maggio per raggiungere con l'interstellar train Torino! Il costo previsto per il biglietto è circa di 30 euri A/R

TORINO: L'Onda non si ferma: città bloccata, cariche della polizia. 3 studenti fermati. VIDEO

Lunedì 18 maggio 2009

Non si ferma la mareggiata dell'Onda Anomala contro il G8 dell'università di Torino. Seconda giornata di mobilitazione contro il G8 University Summit, iniziato ieri, in parallelo con l'entrata nel vivo della contestazione degli studenti e delle studentesse al Block G8 Building, in giro per la città.

Questa mattina l'Onda si mossa da palazzina Aldo Moro occupata in direzione del parco del Valentino, all'interno del quale è situato il castello che sta ospitando il vertice dell'università. Gli studenti si sono divisi in 3 gruppi, effettuando diversi blocchi della viabilità cittadina. La polizia, presente in forze a protezione del summit, si è schierata ed è stata nuovamente "inOndata" da gavettoni d'acqua e uova. Ciò ha scaturito la reazione della celere che ha caricato gli studenti, facendo 3 fermi, 2 ragazzi greci ed 1 di Milano.
L'Onda ha quindi ripreso il suo cammino verso il centro cittadino, passando da via Marconi, esigendo l'immediata liberazione dei 3 studenti fermati. E' stato effettuato quindi un nuovo blocco in corso Vittorio Veneto, arteria cruciale del traffico cittadino, che è stato mandato nuovamente in tilt. Anche qui una polizia nervosa si è ri-schierata, pronta a riprender in mano i manganelli. L'Onda ha perseverato nella sua principale pratica, il blocco dei flussi di viabilità metropolitana, che han caratterizzato tutto l'autunno di mobilitazione studentesca, dirigendosi e paralizzando il vialone antistante la stazione di Porta Nuova.

Nell'imprevedibilità che sta caratterizzando gli studenti e le studentesse in mobilitazione contro il G8 è proseguita l'azione di disturbo dell'Onda, che si è spostata all'imbocco di via Roma, corso-vetrina della città, continuando ad alimentare la situazione di caos della viabilità che permane dal primo mattino. La celere ha qui nuovamente e violentemente caricato a freddo gli studenti dell'Onda, provocando diversi feriti ed effettuando alcuni fermi: grazie alla determinazione degli studenti, che hanno improvvisato una barricata lungo la strada con cassonetti e transenne, i fermati sono stati rilasciati in pochi minuti.

L'Onda si è poi diretta verso il Block G8 Building, sfilando in corteo per le vie del centro e fermandosi al rettorato dell'università di Torino, teatro l'altro giorno del sequestro del rettore Ezio Pelizzetti a fronte della chiusura d'autorità di Palazzo Nuovo, tornando a denunciare l'illeggittimità e l'insostenibilità del G8 torinese, e rivendicando gli spazi universitari e cittadini come luoghi di giusta espressione del dissenso. Nel frattempo, i 2 studenti greci sono stati liberati e si sono ricongiunti al resto degli studenti.

La giornata di ieri ed oggi non sono che l'inizio di una mobilitazione contro il G8 University Summit, che è appena entrata nel vivo: nel pomeriggio proseguiranno i dibattiti a palazzina Aldo Moro occupata, in serata si svolgerà il confronto tra le esperienze di lotta studentesca europee, in preparazione del corteo nazionale di domattina...!

VIDEO della violenta carica della Polizia all'altezza di via Roma (GUARDA)

Ascolta le dirette con Simone dell'Onda Anomala di Torino:
primo collegamento (blocchi) - secondo collegamento (cariche)

L'Onda rovina la visita dei rettori alla Mole! inOndata la celere, che carica gli studenti


Domenica 17 May 2009

E' partita quest'oggi la 3 giorni contro il G8 University Summit di Torino. Dopo le mobilitazioni delle scorse settimane, dopo la chiusura d'autorità di Palazzo Nuovo e la risposta dell'Onda torinese, che ha pertanto occupato la sede universitaria di palazzina Aldo Moro, il count-down verso il punto più alto della mobilitazione No G8, il corteo di martedi 19 maggio, è iniziato. Sono partite quest'oggi le azioni contro il G8 così come il contro-vertice dell'Onda

Il via alla mobilitazione contro il G8 dell'università l'ha dato il corteo sfilato per le vie del centro cittadino nel pomeriggio, indetto a conclusione del campeggio "Climat Camp", partito venerdi ed oggi conclusosi con la manifestazione. Oltre 500 studenti e studentesse sono partiti da piazza Vittorio con un corteo allegro ma determinato nella denuncia dell'inaccettabile G8 torinese. I manifestanti hanno provato ad effettuare 2 deviazioni rispetto al percorso autorizzato, nel tentativo di avvicinarsi il più possibile all'hotel dove albergano i 50 rettori e presidenti d'ateneo che partecipano ai lavori del summit. Il corteo è andato poi a concludersi al parco del Valentino.

Intorno alle 19 sono invece iniziate le azioni contro il G8 dell'università, in una Torino blindata, in special modo il quartiere universitario, colmo di celere schierata e camionette di trasverso sulle strade. L'Onda, saputo della visita programmata per i rettori e i presidenti d'ateneo alla Mole Antoneliana, accompagnati in pompa magna dalle autorità cittadine, non si è fatta sfuggire la possibilità di recare disturbo e mostrare dissenso. Diverse decine di studenti e studentesse dell'Onda, partite da palazzina Aldo Moro, il Block G8 Building, centro negralgico del No G8, hanno mandato in tilt tutta la zona universitaria intorno alla Mole Antoneliana. Sapendo dell'arrivo dei rettori in scortati pullman riservati, l'Onda ha effettuato diversi blocchi del traffico, sfuggendo alla corsa della celere impegnata a cercare di arginare le repentine virate dell'Onda. Lungo via san Maurizio i pullman si sono visti costretti a far inversione di marcia per sfuggire alla contestazione degli studenti. Traffico cittadino e impossibilità di trovare via accessibili hanno costretto i pullman dei rettori ad un carosello di oltre un'ora ai margini della zona dell'università.

Solo alle 20 le polizia è riuscita a trovare una via super-blindata per far passare i pullman e consentire la visita della Mole Antoneliana ai rettori. Nel frattempo gli studenti riusciti ad accedere dentro la Mole hanno srotolato uno striscione dal balcone: "block G8". L'Onda ha poi improvvisato un corteo fino alla traversa che porta alla Mole, lì ha trovato camionette e polizia. Quindi, dopo aver denunciato l'insostenibilità e l'illeggittimità di questo G8 dell'università, ha promesso nuove mareggiate inondando lo schieramento delle forze dell'ordine con decine di gavettoni d'acqua. La polizia ha risposto effettuando una prima carica, ma gli studenti e le studentesse hanno mantenuto la posizione. Successivamente vi è stata una nuova e più lunga manganellata, che non ha per nulla intimorito gli studenti che sono stati capaci di esigere che la polizia si ritirasse, per poi prendere la via del Block G8 Building.


Infine, in serata si è svolto il primo dibattito di discussione e confronto: beni comuni e movimenti a difesa del territorio, nel continuo dell'elaborazione di un discorso su ambiente sostenibilità sviluppo, con segno capovolto rispetto alla farsa laccata di verde ed insostenibile in discussione nel G8 dell'università.


giovedì 7 maggio 2009

Bologna, 13 Maggio. BARTLEBY Parade


Lunedì 4 Maggio 2009: Bartleby invade Palazzo d'Accursio, sede del Comune di Bologna, con una mostra fotografica sull'Onda e sull'esperienza di Bartleby. Con questo gesto di riappropriazione di spazi della città Bartleby vuole anche porre degli interrogativi ai candidati sindaco a Bologna. Cosa significa studiare ed essere studenti a Bologna? Cercando più volte di rispondere a questa domanda, ci rendiamo conto che questa figura non ben definita che ormai da quasi mille anni popola le strade della città, oggi più che mai suscita dibattito, presa di parola pubblica e talvolta aspre discordie. C'è chi vuole vedere ed identificare in noi soltanto quelle differenze di costume e abitudini che rendono insopportabile la nostra presenza nelle strade e nelle piazze, facendo passare i nostri usi come qualcosa di estraneo e sgradito.

Sono sempre gli stessi a pensare che politicamente non siamo in grado di spostare equilibri e preferenze, ma siamo solo buoni per essere "spennati" con affitti esorbitanti o trattati come un esercito di ignari consumatori di questa città. Ebbene, noi crediamo fortemente il contrario sostenendo la necessità, in questo periodo di forte crisi non solo economica ma soprattutto sociale e culturale, di un emergere dal basso di desideri collettivi: un risveglio delle possibilità di creazione autonome, nuova socialità, produzione indipendente di cultura e saperi in grado di contrastare forme di razzismo, sessismo e xenofobia. Da questi punti di partenza e da una piega dell'onda nasce l'esperienza di Bartleby. Bartleby ha saputo ridisegnare le geografie della città. Il corpo dello scrivano, frutto dell'immaginazione di Melville, è comparso in diversi punti di Bologna. Lo ha fatto accampandosi in rettorato per diverse serate, lo sta facendo oggi a palazzo d'Accursio. Lo ha fatto ponendo domande concrete ai candidati rettore di questa università e ricevendo anche delle risposte pronte al dialogo. Ebbene, a questo punto pensiamo che anche altrri debbano prendere parola e dire chiaramente da che parte stanno. Proprio l'esperienza di Bartleby ha rimesso in discussione il rapporto tra università e metropoli, tra chi governerà per i prossimi anni questa università e questa città. Da questo punto di forza ci sembra importante che anche i candidati sindaco si esprimano sull'esistenza di Bartleby e sulle tematiche che in questi mesi è riuscito a riportare sulla scena pubblica.


In questa direzione anche l'incontro avuto oggi con l'assessore comunale alla Cultura Guglielmi, che facendo autocritica sullo sviluppo dei rapporti tra Università e Comune in questi anni di amministrazione Cofferati, plaude al progetto Bartleby, riconoscendo l'importanza dell'esperienza della nostra soggettività politica all'interno della città e della necessità di assegnazione di spazi agli studenti.

Dal cortile liberato di Palazzo D'Accursio, in conferenza stampa, Bartleby lancia le sue prossime tappe di lotta:

  • la giornata di Giovedì 7 maggio, in cui si terrà un'assemblea pubblica per Bartleby all'università (ore 18:30, via zamboni 38) e a seguire "Reclaim the Street" in via Zamboni;
  • PREFERIREI BARTLEBY PARADE, il grande corteo per Bartleby di mercoledì 13 Maggio, che partirà da Piazza Verdi alle ore 18.

La parola torna alle pratiche dirette: "Un grande corteo e una nuova casa per Bartleby".

Riaprire Bartleby, quindi, e costruire grande corteo cittadino.

Bartlbeby - Spazio Occupato

Vedi anche:

mercoledì 6 maggio 2009

Torino - Appello della Rete contro il G8 University Summit


Contro l'insostenibile G8 dell'università. Il 17 18 e 19 maggio, si terrà a Torino il G8 University Summit, a cui parteciperanno i Rettori ed i Presidenti degli Atenei degli Stati membri del G8, insieme a quelli di molti altri paesi del mondo.

L’incontro, promosso dalla CRUI, si propone come interlocutore diretto dei capi di governo e di stato che si riunirà in Sardegna (o probabilmente a L’Aquila) quest’estate ed ha l’obiettivo di consigliare i “grandi del mondo” sui problemi dell’umanità e del pianeta, confidando sul presunto carattere “neutrale e oggettivo” del sapere prodotto dalle università.

Sappiamo tutti come il G8 abbia rappresentato nel corso dei decenni un’istituzione cardine dell’ordine neoliberista oggi evidentemente in crisi. Non ci sembra quindi credibile che a proporre soluzioni per arginare gli effetti della crisi in atto siano gli stessi soggetti che l’hanno prodotta e a doverne subire i costi sociali ed economici, sempre più insostenibili, siano invece proprio coloro (studenti, lavoratori, movimenti in difesa del territorio e dei beni comuni) che restano esclusi dai processi decisionali.

Il G8 universitario si presenta come diretto interlocutore dei capi di governo e di stato, mirando ad affermare un modello di università che risponde a specifiche esigenze di mercato e di profitto. L’ottica oramai consolidata, avviata già dal processo di Bologna, è quella che seleziona nell’offerta didattica solamente i saperi spendibili dalle imprese; ne è diretta conseguenza un impoverimento della formazione e della ricerca a discapito di chi attraversa l’università.

E’ la stessa forma di mercificazione che si applica a tutti i “beni comuni”, dal territorio ai servizi, la stessa espropriazione che l’attuale modello di sviluppo continua a perpetrare imponendo privatizzazioni e grandi opere ai danni di chi realmente produce la ricchezza sociale.

La critica ai processi di trasformazione che investono l’università vuole partire da un discorso sulla crisi globale considerando come i governi ne scarichino le responsabilità dirottando gli effetti. Crediamo che questa critica riguardi tutti coloro che pagano i costi di questa crisi e non si riconoscono negli interessi dei suoi responsabili.

Con questo appello vi invitiamo a partecipare alla tre giorni di mobilitazione, che culminerà il 19 maggio in una manifestazione nazionale che, come studenti dell’Onda, stiamo costruendo assieme a tutte le realtà dell’università, della scuola, del mondo del lavoro ed a chi, come i No Tav, i No dal Molin e il movimento antinucleare, difende il proprio territorio dalle nocività.

CONTRO IL G8 DELL’UNIVERSITA’,
L’ONDA NON VI SOSTIENE MA VI TRAVOLGE!

Rete contro il G8 di Torino

  • Per adesioni: retecontrog8@gmail.com This e-mail address is being protected from spambots. You need JavaScript enabled to view it