
Gigi Roggero
Un’Onda perfetta, quella che ha inondato Torino, che durante il suo veloce percorso per arrivare alla fortezza del Valentino, luogo dove si sono rinchiusi e arroccati baroni e signori di questa università in crisi, non ha rinunciato a sanzionare banche e agenzie interinali, vere responsabili di una crisi che ci rifiutiamo di pagare.
Un’Onda che si è portata a casa sicuramente un’importante vittoria, fatta in primo luogo dalla determinazione, che ci ha contraddistinto dallo scorso autunno fino ad oggi, e che ci ha portato durante il corteo a non accettare i limiti imposti dalla zona rossa e a voler vedere dichiarato fallito questo G8 e dall’altro a voler creare una nuova università, un’università che non sia luogo di sfruttamento come la conosciamo ma luogo di produzione di saperi liberi, di reddito. Una vittoria dettata anche dal non volere delegare a nessuno, ancora una volta, il nostro futuro, a non volerci far rappresentare da nessuno, e in particolar modo nel momento della scelta.
Denunciamo l’uso spropositato e pesante di lacrimogeni lanciati ad altezza uomo contro noi studenti, la scelta di istituire una zona rossa, che tanto ricorda le giornate genovesi oltre alla presenza di Mortola, nel 2001 capo della Digos a Genova e oggi vice questore a Torino.
La stessa determinazione e la stessa rabbia che martedì ci hanno portato a non accettare limiti, zone rosse e divieti alla nostra libertà di movimento ci portano oggi a chiedere l’immediata scarcerazione di due compagni, Alessandro e Domenico, arrestati durante la grande giornata di lotta contro il G8 University Summit.
L’Onda non si arresta! L’Onda vi travolge!
Alessandro e Domenico LIBERI SUBITO!
Nel frattempo oggi pomeriggio l'Onda milanese ha fatto un'incursione al rettorato della Statale, tappezzando gli uffici del rettore Decleva per esigere la liberazione del loro compagno Alessandro e chiedendo al rettore dell'università frequentata da Alex, oltre che presidente della Crui promotrice del G8 University Summit, di prendere posizione.
Alessandro e Domenico liberi subito!
Nella straordinaria giornata dell'Onda del 19 maggio 2 compagni sono stati arrestati, Alessandro e Domenico. Alessandro, studente milanese della Statale ed esponente dei Circoli degli emigrati sardi, è stato tratto in arresto durante gli scontri di piazza in corso Marconi. Domenico, torinese, è stato invece fermato prima del corteo, l'accusa che gli viene rivolta è di detenzione di materiale esplosivo.
Questa mattina vi sono state le udienze per le convalida o meno degli arresti al carcere delle Vallette. Entro stasera, massimo domattina, vi sarà il pronunciamento del gip sui compagni detenuti alle Vallette. In parallelo, questa mattina vi è stato un primo momento di solidarietà con gli arrestati: gli studenti e le studentesse dell'Onda Anomala torinese e milanese hanno tenuto un presidio fuori dal carcere, con i familiari e con gli avvocati. Sono stati appesi 2 striscioni: "Alessandro e Domenico liberi subito!", "L'Onda non si arresta! Alessandro e Domenico liberi subito!".
Nell'eventualità che il gip non decidesse per la scarcerazione immediata di Alessandro e Domenico, l'Onda di Torino ha già indetto un nuovo presidio per domani sera alle 18 fuori dalle Vallette, per far arrivare la solidarietà ai compagni, per richiedere la loro l'immediata liberazione.
Ma la solidarietà e la presa di posizione dell'Onda non è ferma al territorio torinese: questa mattina negli atenei di tutt'Italia sono comparsi striscioni e scritte richiedenti l'immediata liberazione di Alessandro e Domenico. "L'Onda non si arresta! L'Onda vi travolge!"
L'Onda Perfetta è l'onda migliore, quella da cavalcare che vale una vita per tutti i surfisti. Quella espressasi questa mattina a Torino è stata l'Onda migliore possibile. Abbiamo dimostrato, a mesi di distanza dalla mobilitazione dell'autunno, dopo che in molti già ci davano per morti, di esserci e di essere.Oggi siamo scesi in piazza per una nuova grande mareggiata, invadendo le strade di una Torino blindata per proteggere Baroni e feudatari dell’università in crisi. Siamo giunti da tutta Italia (qualcuno anche da oltre confine) per esprimere tutta la nostra contrarietà a questo insostenibile G8 dell’università. Abbiamo respinto l'arroganza del G8 dei rettori, asserragliati al castello del Valentino, tentando di stanarli, provandoci, credendoci, con la determinazione e la partecipazione di chi sa che in ballo c'è il proprio futuro.
Abbiamo contestato l’illegittimità del G8 University Summit ribadendo che i rettori e la CRUI, che promuoveva il vertice, sono i rappresentanti (il)legittimi di una università che sopravvive tra le macerie. Noi siamo invece l’espressione concreta di una rappresentanza impossibile che non delega a nessuno istanze, vertenze, progetti.
Oggi abbiamo fatto presente, ancora una volta, che la crisi noi non la pagheremo e che anzi utilizzeremo ogni occasione per rovesciarvela contro.
per foto, audio, video e altro materiale di approfondimento rimandiamo a uniriot.org
Il via alla mobilitazione contro il G8 dell'università l'ha dato il corteo sfilato per le vie del centro cittadino nel pomeriggio, indetto a conclusione del campeggio "Climat Camp", partito venerdi ed oggi conclusosi con la manifestazione. Oltre 500 studenti e studentesse sono partiti da piazza Vittorio con un corteo allegro ma determinato nella denuncia dell'inaccettabile G8 torinese. I manifestanti hanno provato ad effettuare 2 deviazioni rispetto al percorso autorizzato, nel tentativo di avvicinarsi il più possibile all'hotel dove albergano i 50 rettori e presidenti d'ateneo che partecipano ai lavori del summit. Il corteo è andato poi a concludersi al parco del Valentino.
Intorno alle 19 sono invece iniziate le azioni contro il G8 dell'università, in una Torino blindata, in special modo il quartiere universitario, colmo di celere schierata e camionette di trasverso sulle strade. L'Onda, saputo della visita programmata per i rettori e i presidenti d'ateneo alla Mole Antoneliana, accompagnati in pompa magna dalle autorità cittadine, non si è fatta sfuggire la possibilità di recare disturbo e mostrare dissenso. Diverse decine di studenti e studentesse dell'Onda, partite da palazzina Aldo Moro, il Block G8 Building, centro negralgico del No G8, hanno mandato in tilt tutta la zona universitaria intorno alla Mole Antoneliana. Sapendo dell'arrivo dei rettori in scortati pullman riservati, l'Onda ha effettuato diversi blocchi del traffico, sfuggendo alla corsa della celere impegnata a cercare di arginare le repentine virate dell'Onda. Lungo via san Maurizio i pullman si sono visti costretti a far inversione di marcia per sfuggire alla contestazione degli studenti. Traffico cittadino e impossibilità di trovare via accessibili hanno costretto i pullman dei rettori ad un carosello di oltre un'ora ai margini della zona dell'università.
Solo alle 20 le polizia è riuscita a trovare una via super-blindata per far passare i pullman e consentire la visita della Mole Antoneliana ai rettori. Nel frattempo gli studenti riusciti ad accedere dentro la Mole hanno srotolato uno striscione dal balcone: "block G8". L'Onda ha poi improvvisato un corteo fino alla traversa che porta alla Mole, lì ha trovato camionette e polizia. Quindi, dopo aver denunciato l'insostenibilità e l'illeggittimità di questo G8 dell'università, ha promesso nuove mareggiate inondando lo schieramento delle forze dell'ordine con decine di gavettoni d'acqua. La polizia ha risposto effettuando una prima carica, ma gli studenti e le studentesse hanno mantenuto la posizione. Successivamente vi è stata una nuova e più lunga manganellata, che non ha per nulla intimorito gli studenti che sono stati capaci di esigere che la polizia si ritirasse, per poi prendere la via del Block G8 Building.
Infine, in serata si è svolto il primo dibattito di discussione e confronto: beni comuni e movimenti a difesa del territorio, nel continuo dell'elaborazione di un discorso su ambiente sostenibilità sviluppo, con segno capovolto rispetto alla farsa laccata di verde ed insostenibile in discussione nel G8 dell'università.
Sono sempre gli stessi a pensare che politicamente non siamo in grado di spostare equilibri e preferenze, ma siamo solo buoni per essere "spennati" con affitti esorbitanti o trattati come un esercito di ignari consumatori di questa città. Ebbene, noi crediamo fortemente il contrario sostenendo la necessità, in questo periodo di forte crisi non solo economica ma soprattutto sociale e culturale, di un emergere dal basso di desideri collettivi: un risveglio delle possibilità di creazione autonome, nuova socialità, produzione indipendente di cultura e saperi in grado di contrastare forme di razzismo, sessismo e xenofobia. Da questi punti di partenza e da una piega dell'onda nasce l'esperienza di Bartleby. Bartleby ha saputo ridisegnare le geografie della città. Il corpo dello scrivano, frutto dell'immaginazione di Melville, è comparso in diversi punti di Bologna. Lo ha fatto accampandosi in rettorato per diverse serate, lo sta facendo oggi a palazzo d'Accursio. Lo ha fatto ponendo domande concrete ai candidati rettore di questa università e ricevendo anche delle risposte pronte al dialogo. Ebbene, a questo punto pensiamo che anche altrri debbano prendere parola e dire chiaramente da che parte stanno. Proprio l'esperienza di Bartleby ha rimesso in discussione il rapporto tra università e metropoli, tra chi governerà per i prossimi anni questa università e questa città. Da questo punto di forza ci sembra importante che anche i candidati sindaco si esprimano sull'esistenza di Bartleby e sulle tematiche che in questi mesi è riuscito a riportare sulla scena pubblica.
In questa direzione anche l'incontro avuto oggi con l'assessore comunale alla Cultura Guglielmi, che facendo autocritica sullo sviluppo dei rapporti tra Università e Comune in questi anni di amministrazione Cofferati, plaude al progetto Bartleby, riconoscendo l'importanza dell'esperienza della nostra soggettività politica all'interno della città e della necessità di assegnazione di spazi agli studenti.
Dal cortile liberato di Palazzo D'Accursio, in conferenza stampa, Bartleby lancia le sue prossime tappe di lotta:
La parola torna alle pratiche dirette: "Un grande corteo e una nuova casa per Bartleby".
Riaprire Bartleby, quindi, e costruire grande corteo cittadino.
Bartlbeby - Spazio Occupato
Vedi anche:
Sappiamo tutti come il G8 abbia rappresentato nel corso dei decenni un’istituzione cardine dell’ordine neoliberista oggi evidentemente in crisi. Non ci sembra quindi credibile che a proporre soluzioni per arginare gli effetti della crisi in atto siano gli stessi soggetti che l’hanno prodotta e a doverne subire i costi sociali ed economici, sempre più insostenibili, siano invece proprio coloro (studenti, lavoratori, movimenti in difesa del territorio e dei beni comuni) che restano esclusi dai processi decisionali.
Il G8 universitario si presenta come diretto interlocutore dei capi di governo e di stato, mirando ad affermare un modello di università che risponde a specifiche esigenze di mercato e di profitto. L’ottica oramai consolidata, avviata già dal processo di Bologna, è quella che seleziona nell’offerta didattica solamente i saperi spendibili dalle imprese; ne è diretta conseguenza un impoverimento della formazione e della ricerca a discapito di chi attraversa l’università.
E’ la stessa forma di mercificazione che si applica a tutti i “beni comuni”, dal territorio ai servizi, la stessa espropriazione che l’attuale modello di sviluppo continua a perpetrare imponendo privatizzazioni e grandi opere ai danni di chi realmente produce la ricchezza sociale.
La critica ai processi di trasformazione che investono l’università vuole partire da un discorso sulla crisi globale considerando come i governi ne scarichino le responsabilità dirottando gli effetti. Crediamo che questa critica riguardi tutti coloro che pagano i costi di questa crisi e non si riconoscono negli interessi dei suoi responsabili.
Con questo appello vi invitiamo a partecipare alla tre giorni di mobilitazione, che culminerà il 19 maggio in una manifestazione nazionale che, come studenti dell’Onda, stiamo costruendo assieme a tutte le realtà dell’università, della scuola, del mondo del lavoro ed a chi, come i No Tav, i No dal Molin e il movimento antinucleare, difende il proprio territorio dalle nocività.
CONTRO IL G8 DELL’UNIVERSITA’,
L’ONDA NON VI SOSTIENE MA VI TRAVOLGE!
Rete contro il G8 di Torino
Per adesioni: retecontrog8@gmail.com This e-mail address is being protected from spambots. You need JavaScript enabled to view it
Per info: ondanog8.blogspot.com